NON LI FANNO PIU' UOMINI COME QUESTI:
commento per riassumere la storia di "Franco Lucchini Asso della Caccia Italiana" di Antonio Trizzino, edito dalla Associazione culturale Sarasota
Il Libro, ben scritto a parte qualche imprecisione sui velivoli, narra la storia di questo favoloso pilota Asso della caccia italiana.
Franco Lucchini si arruola in Regia Aeronautica giovanissimo come Sten. cpl. e pervenuto al brevetto di pilota militare con il 4°stormo si offre volontario per l'aviazione del Tercio nel 1937, ove partecipa a varie azioni operative, nelle quali gli viene attribuito l'abbattimento di almeno 5 velivoli, compreso un Tupolev SB2 (cd martin bomber), occasione nella quale viene abbattuto e fatto progioniero. Dopo un anno di prigionia e di stenti rientra in Italia e dopo la convalescenza al suo reparto d'origine, ovvero il 10°gruppo CT, ove eseguirà l'abilitazione al CR42.
Dal 9 giugno 1940 combatterà fino al 5 luglio 1943, partecipando alle più cruente battaglie nei cieli africani e della Sicilia, ove perirà nel tentativo di difenderla dai bombardamenti indiscriminati dei liberatori.
La lotta contro il nemico è interrotta da licenze, abilitazione ad altri velivoli e convalescenze. Capitano c.te di squadriglia, per meriti di guerra fu nominato Comandante del 10° gruppo, compito che era assegnato in genere ad un Maggiore, conobbe Der Stern von Afrika l'Haupmann Hans Joachim Marseille, con i quali condivise i cieli africani finoa alla sua invitta morte.
Effettuò combattimenti col CR42, Mc200 e Mc202, durante i quali fu accreditato di aver abbattuto circa 26 velivoli più altri probabili.
Oltre ad una Croce di ferro di 2^classe, una Croce al merito di guerra, una medaglia al valor militare in bronzo, 5 d'argento, gli venne conferita alla memoria nel 1952 la seguente Medaglia d'oro al valor militare, con la seguente motivazione:
«Comandante giovanissimo di un gruppo da caccia. Pilota, animatore, capo capace, entusiasta, convinto. Asso della caccia italiana idealmente puro. Volontario di guerra soffrì le dure pene della prigionia senza fiaccare l'indomito spirito. Affrontò sui cieli di tutti i fronti i piloti di tutto il mondo e nei duelli, sostenuti sempre cavallerescamente, fece brillare le qualità superbe del pilota e del combattente. Le vittorie innumerevoli non lo inebriarono. Convinto della missione da compiere continuò il lavoro con la stessa precisa volontà, esempio costante a tutti nell'adempimento sereno del proprio dovere. Tornò al combattimento con le ferite ancora aperte; sempre primo dove più dura e violenta infuriava la lotta seppe trasfondere agli altri i purissimi sentimenti di amore di Patria che lo animavano. In un epico combattimento sostenuto sopra il sacro suolo d'Italia contro avversari cento volte superiori, fu piegato dal fato avverso e non dall'abilità dell'avversario che aveva sempre nettamente dominato. Cadde da prode come da prode visse e seguitando la luminosa scia di Baracca continua con esso ad additare ai piloti del suo stormo la vera eroica via da seguire.»
— Cielo dell'Africa Settentrionale, del Mediterraneo e della Sicilia, giugno 1940 - luglio 1943
€ 20,00 ben spesi